La tutela dei patrimoni ecologici è prioritaria nei principi di conservazione e valorizzazione dei territori, specie se tali “tesori biologici” sono oggi resi vulnerabili, al limite dell’estinzione, da anni di scellerata politica territoriale e assenza di cultura ambientale. Nonostante le gravi e critiche condizioni di molti dei nostri fiumi che sfociano sulla costa Abruzzese, alcune preziosissime e rare colonie ittiche a rischio estinzione sono ancora presenti. In particolare l’area tra il Torrente Piomba e il Fiume Saline (noto alle cronache per essere tra i fiumi più inquinati d’Italia) sono potenzialmente l’area di riproduzione di una specie di elevato interesse comunitario: la Cheppia (Alosa fallax). Assente da molti anni dalle nostre coste, 3 esemplari sono stati catturati da personale tecnico dello Studio Geta durante il monitoraggio ittico del 2014 per la determinazione della Check List dell’Area Marina Protetta del Cerrano. Tali catture, risalenti all’aprile 2014, sono avvenute in un area compresa tra i comuni di Montesilvano (PE) e Pescara: fuori dall’ Area Marina Protetta. A distanza di un anno si registrano nuove catture nell’area tra il Torrente Piomba e il Fiume Saline, lasciando presumere che tali siti siano connessi alle aree di riproduzione.
La specie vive in mare e si riproduce nelle acque interne fluviali, e proprio l’alterazione dell’Habitat fluviale locale è alla base della sua rarefazione al limite dell’estinzione sulle nostre coste.
Questa specie era diventata praticamente assente nelle nostre acque, e le ultime testimonianze di cattura di questi pesci risale a circa 30 anni fa, quando la Cheppia risaliva il Fiume Pescara il Fiume Saline e il Fiume Vibrata per raggiungere i siti di riproduzione. La cheppia è una specie vulnerabile e dunque a rischio estinzione e inserita nella lista rossa dell’IUCN, queste liste rosse dunque, forniscono informazioni utili non solo sullo stato di conservazione delle specie, ma anche sull’efficacia delle azioni intraprese o da intraprendere per contrastare i fattori che minacciano la biodiversità; pertanto si rende necessario proteggerla salvaguardando la qualità degli habitat dove essa è ancora presente e vietandone la cattura, al fine di consentire alla specie di riprodursi e quindi preservarsi, ma cosa più importante ai fine della conservazione della specie sarà quello di rendere i fiumi e le loro foci idonei al passaggio e risalita permettendo alle cheppie di raggiungere i siti di riproduzione ghiaiosi, spesso gli sbarramenti la mancanza delle scale di monta rappresentano il problema principale affinchè tali pesci possano concludere il proprio ciclo biologico.
Lo Studio Geta svolge da tempo uno studio scientifico indipendente su questa particolarissima specie, attenzionato a livello comunitario, generando un data base di dati utili a comprenderne la diffusione e biologia nelle nostre acque, nella speranza che venga intrapreso al più presto un programma di censimento e monitoraggio della specie e che tale impegno, sia un domani utile a generare politiche gestionali a tutela di questo misterioso e affascinante pesce migratore.
Si invita chiunque dovesse effettuare catture accidentali o mirate di questa specie, sia nelle acque marine, sia nelle acque interne dell’Abruzzo , di segnalarlo allo Studio Geta al seguente indirizzo email: info@studiogeta.it, inviando foto, lunghezza e luogo di cattura.
Tali dati contribuiranno ad alimentare il Data Base già attivo e a preservare la specie.